lunedì 30 settembre 2013

Lagazuoi - via vento dell'ovest - passo Falzarego (BL)

sabato: climbing time! oggi nel corso della terza uscita di AR1 di Carpi.

ritrovo a casa di Simo (ormai la mia seconda casa) alle 5.00 insieme a Paolo e Laura. direzione Falzarego.
il viaggio, come sempre, scorre all'insegna delle boiate mentre il paesaggio sfila sempre più affascinante fuori dal finestrino. Saliamo dal Cadore: sempre stupendo!

siamo al parcheggio del Falzarego alle 9.00
un'occhiata veloce a Tofane, Averau, Cinque Torri, Marmolada e Sass de Stria prima di imbragarci e organizzare le cordate.





io sono con paolone e Paolo. l'obbiettivo e salire per la via chiamata Cengia Martini ma, dal momento che la cordata guidata da Claudio attacca prima, noi ci spostiamo sulla via a fianco che presenta lo stesso grado media ma roccia un pò peggiore.



i primi 3 tiri sono fantastici per qualità della roccia e per difficoltà contenute (il grado costante è il IV) mentre le ultime due lunghezze sono su roccia pessima e spesso rotti da cenge e tratti appoggiati.
lungo tutta la salita procediamo paralleli alla cordata in cui c'è anche Simo e, in sosta, l'obbiettivo mio e di Paolo e di rompergli le palle il più possibile: obbiettivo ampiamente raggiunto.

siamo abbastanza veloci e in due ore e mezza siamo sulla Cengia Martini. purtroppo la via non arriva in cima al Lagazuoi e non ci resta che scendere per il sentiero militare dove incontriamo vecchie postazioni di guerra e gallerie.







in breve, per sentiero divertente, siamo alla base e visto che abbiamo tutto il pomeriggio decidiamo di fare qualche tiro sportivo e in lontananza vediamo le altre cordate impegnate sullo spigolo della Torre piccola di Falzarego dove corre una via di Comici molto invitante.





Arrampichiamo finchè non si alzano le nuvole e alle 18.30 facciamo su rinvii e ferraglia varia.





grandissima giornata per ambiente e compagnia.
yeah!

foto: https://plus.google.com/u/0/photos/112781039677877177646/albums/5929343258892239873
relazione : http://www.rampegoni.it/node/65


giovedì 26 settembre 2013

via del Diedro Nero - Lastoni di Formin 2657m (BL)

complice una serie fortunata di coincidenze, ho l'occasione di andare a scalare in dolomiti in infrasettimanale.
Simone ha ferie, e così il suo amico Checco.

decidiamo, quindi, per una cordata a 3 e in settimana in base al meteo e al tipo di via escludiamo Moiazza, torri del Sella e Roda di Vael.

la nostra meta sono i Lastoni di Formin: formazione stupenda e relativamente poco frequentata del Cadore. saliremo la parete sud di Punta Lastoi lungo una via di 300m aperta nel 1985.

io parto da casa alle 4.30 (!) e alle 09.30, dopo tre colazioni, siamo al passo Giau. da qui la vista spazia a 360° verso le Tofane, il Civetta, Cristallo, Pomagagnon, Marmolada, Pelmo & Pelmetto, Croda rossa, Nuvolau e tante altre cime "minori" che non conosco.

Marmolada

cristallo

bho

gusela del Nuvolau e Tofana di Rozes

Pelmo e Pelmetto

bella mattinata

un'ora di avvicinamento per arrivare alla forcella e qui incontriamo una cordata impegnata su L1 di Re Artù (max. 6b). proseguiamo fino all'attacco della ns via e lassù in alto si vede il colatoio nero che da il nome alla via e verso il quale la via punta in maniera decisa. la salita è stupenda e logia: camini, diedri e muri verticali ben appigliati di roccia nera e gialla.

diedro di L1

S2, mio primo chiodo a dx :)

Checco su L3
ci dividiamo i tiri lasciando il chiave (VI o A0) a Simone. la salita è entusiasmante (cit.): movimenti bellissimi e, fino al 3° tiro, il panorama ci accompagna con buona esposizione prima che le nuvole che abbracciano Pelmo e Civetta arrivino fino a noi.

parete N della Civetta e nevaio

i tiri sono tutti molto lunghi (dai 45 ai 55m) ed è fondamentale gestire bene gli attriti della corda ed avere un buon senso della via. Infatti, in via non sono presenti chiodi tranne in S5 (3 chiodi e cordino) e S2 (1 chiodo) e nel tratto duro di L5 (2CF).

VI

s5

simo


da veri duri e puri, tutti e tre azzeriamo i 6-7m di VI :) e faccio a credere a Simo che io e Checco siamo passati in libera con tranquillità. cosa assolutamente falsa.

L6 è di Checco ed è il tiro più bello della via: 45m di IV+ e V e sosta su clessidre. in 4h e mezza siamo in cima. da qui 2 doppie da 50m ci dovrebbero portare brevemente all'attacco, ma.... le corde si incastrano lungo la prima calata: 45minuti di manovre lungamente studiate e Mr. Mestriner, incitato come in Full Metal Jacket, riesce a disincastrare la blu.

diedro nero


canale N per doppie


in breve siamo agli zaini. camminata di 1h e un pò per scoprire che il rifugio del Giau è gia chiuso (sono le 18.20). vogliamo una birra ed un panino e scendiamo lungo la val zoldana: tutto è deserto.


5 torri
nel frattempo Checco comincia a parlare di pastin, Schiz e ombre e a me viene una fame incredibile (non mangio dalle 8.30 e sono sveglio dalle 4).

andiamo a Zoldo a mangiare in un posto chiamato Insonnia (consigliato). mangio tanto da star male e assaggio il pastin e il formaggio cotto (schiz): buonissimi.

il viaggio di ritorno sarà duro, al pari della digestione.
ma oggi ho piantato il mio primo chiodo in via e tutto il resto è secondario.

YEAH!

foto: https://plus.google.com/u/0/photos/112781039677877177646/albums/5927871743912889969
relazione: http://www.rampegoni.it/file/vie/crodadalago/Punta%20Lastoi_diedro%20nero.pdf

lunedì 23 settembre 2013

via Zuffa, Ruggiero - Pietra di Bismantova (RE)

Dal momento che ad arrampicare sono una pippa, la pietra è un luogo che frequento poco nonostante sia la falesia più vicina a casa mia.



Con Dave ho fatto qualche tiro in estate al Banana e al Pilone, poi non sono più tornato (anche perchè ogni tiro che ho provato quel giorno mi son preso un bastone).


diedro Marchi


Ieri siamo tornati con il cai di carpi per un'uscita del corso AR1. io e Simo abbiamo ripetuto la Zuffa-Ruggiero, via che avevo già salito tutta da 2 l'anno scorso con un amico.

alberello della prima sosta



la via è molto bella: 4/5 tiri molto diversi l'uno dall'altro e difficoltà più psicologiche che tecniche.
mi ricordavo bene il camino di L2 e di quanto fosse scomodo avere le scarpe legate dietro; e ancor meglio mi ricordavo il passaggio per uscire dal traverso aereo di L3: sicuramente il momento più duro della salita.
L4 e L5 li ho ri-trovati molto più semplici ed in linea con lo stile di arrampicata che preferisco: fessure e diedri sui quali aprire i piedi.

L3, traverso




esposizione

L5


doppia dal Sirotti


Nel pomeriggio andiamo in un settore che non conoscevo: il sassolungo, dove proviamo le tecniche di risalita delle corde con cordini e machard e facciamo un pò di progressione in artificiale su staffe.




Purtroppo scalare con le staffe mi piace molto anche se si fa una fatica boia. spero che mi passi presto il pallino (era da un pò che a Simone dicevo di voler provare l'artif.) perchè non ho più € :)

alle 17 andiamo al rifugio per birra e chiacchere.
parliamo anche dei canali del Giovo, ma questa è un'altra storia :)


mercoledì 18 settembre 2013

Monte Scala - Appennino Parmense (PR)

Eccoci di nuovo sul blog a scrivere di scalate e montagne!

sabato 14 io e max organizziamo una'uscita nel sempre bellissimo Appennino Parmense. abbiamo poco più di mezza giornata e il Monte Scala mi sembra la destinazione migliore per provare qualche via sportiva sul versante W  o, in caso di brutto tempo, fare due tiri alla falesia del lago scuro: il versante E dello stesso monte.


Monte Scala con il Gendarme



Conosco la zona abbastanza bene per essere stato qua anche in estate con Dave e Tazio e, proprio da quella volta, mi sono letteralmente innamorato dell'arenaria macigno svasa e granosa della zona.


camminiamo per più di 1h per arrivare alla base della falesia. ci affacciamo sull'altro versante e veniamo investiti da un vento fortissimo e nuvole basse. decidiamo di aspettare un pò e facciamo qualche tiro bello e veloce in falesia. 




arrivano le 11 e andiamo sull'altro versante dove troviamo una via sportiva di 4L: corta ma varia. primi due tiri facili e divertenti di placca e terzo tiro molto atletico che ci fa bestemmiare.
nel frattempo torna ad alzarsi un vento della madonna. noi abbiamo lasciato zaini scarpe e giacche alla base della parete con l'intenzione di recuperarli dopo aver fatto le doppie.





salgo io l'ultimo tiro leggermente strapiombante su appigli buonissimi. letteralmente corro per arrivare in cima il prima possibile. il freddo è insostenibile. recupero Max e decidiamo di fare le doppie dallo spigolo S del monte in modo da essere più protetti dal vento per poi scendere a piedi fino agli zaini.





unico particolare: io non riesco a stare in piedi con le scarpette sull'erba :) e me le tolgo camminando su cardi e sassi. una mossa intelligente.




arrivare al rifugio è un sollievo e ci facciamo un panino gigantesco al caldo.
un ultimo sguardo ai laghi, al Pumacioletto e ai blocchi sparsi per il bosco invaso di fungaroli e siamo in macchina.

YEAH